Recensione - Rita Pacilio per "Studi lirici" (solo parole d'amore) di Francesco Palmieri – La Vita Felice 2012

Rita Pacilio per "Studi lirici" di Francesco Palmieri
Studi lirici (solo parole d’amore)
di Francesco Palmieri – La Vita Felice 2012
commento di Rita Pacilio

Francesco Palmieri nella raccolta poetica Studi lirici (solo parole d’amore) comincia un dialogo amoroso con un’onda intima che nasce nel suo invisibile fino a diventare potenza e forte emozione, mai indignazione. Il TU è rivolto all’amore reale, vissuto nel mondo, e al suo abbandono mai elaborato, mai consapevolmente diviso.   I versi toccanti, che rimandano ad alcune atmosfere nerudiane, evidenziano le problematiche di convivenza e di accoglimento dell’altro-amato, attraverso l’intensa e dolorosa vicenda umana. Perché abbiamo bisogno d’amore? Perché l’amore si trasforma in disamore? Sono quesiti irrisolti da sempre, ma Palmieri sa accompagnarci nei meandri delle domande più comuni, ma non banali, sucui si interrogano tutte le generazioni. Il lettore percepisce la maturità e la fragilità dell’essere umano, che sa lottare per dire-fare la cosa più elementare: amare; che sa attendere, rischiando tutto, per non peccare di superficialità, di mancanza di coraggio. Il percorso è lento e faticoso, quasi corporale: a ogni pezzo di carne corrisponde un disagio o una forte commozione. La filosofia e la psicologia riflettono insieme, agiscono e si inoltrano nell’indifferenza dell’amato/a, nel suo tacere, nella rabbia di chi scrive, di chi subisce il torto, nella rassegnazione. Freud, qui, leggerebbe i sensi di colpa che si scatenano dalle emozioni ferite e Borgna le risoluzioni all’isolamento che diventa silenzio erotico profondo. Non emerge la falsa coscienza consolatoria, ma il grande dramma esistenziale in tutto il suo sentire. L’interiorità del verso non lascia fuori la realtà sublimata, ma recupera il momento di criticità relativo alla libertà desiderata dall’una e percepita come solitudine- abbandono dall’altro. Il materiale poetico registra meridiani di bellezza e ispirazione degni dell’epica moderna. La funzione crepuscolare dell’amore offeso e allontanato ci riporta a figure romantiche, che in controluce, colgono una epifania altrove, ancora possibile. Un’opera prima, questa di Palmieri, che ci fa gustare il ritorno a ritratti esistenziali smarriti e soffocati dalle sovrastrutture del quotidiano sociopolitico. Eppure l’amore è una questione quotidiana, primaria e, tra i bisogni più urgenti, l’uomo necessita di affetto, bene, amore. Un amore da dare, offrire, da distribuire in modo equo, ogni giorno.

 http://www.lavitafelice.it/news-recensioni-r-pacilio-per-palmieri-768.html

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